Uccelli

Nonostante ampie porzioni del Parco di Veio siano fortemente abitate dall’uomo, le specie di uccelli presenti sono abbondanti rispetto ad altre zone del Lazio meno densamente popolate. Ciò grazie alla diversità di habitat presenti nel Parco, che consentono di ospitare una comunità nidificante abbastanza ricca, costituita da circa 55 specie.

Nelle zone boscate è possibile osservare diverse specie di picchi come il torcicollo (Jynx torquilla), il picchio verde (Picus viridis) ed il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major).

Specie tipicamente legate agli ambienti umidi, costituiti nella zona di Veio da fossi e corsi d’acqua (Fosso della Valchetta-Crémera, Fosso della Torraccia) sono invece l’usignolo di fiume (Cettia cetti), la ballerina gialla (Motacilla cinerea), la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) e l’airone cenerino, che nel Parco non nidifica ma è osservabile tutto l’anno alle Valli del Sorbo.

In corrispondenza degli habitat aperti (pascoli e zone agricole) è possibile osservare numerose specie di passerifomi come la cappellaccia (Galerida cristata), il pigliamosche (Muscicapa striata), l’allodola (Alauda arvensis), lo strillozzo (Miliaria calandra) e l’averla piccola e l’averla capirossa. Altre specie presenti, di maggiori dimensioni, sono inoltre la pavoncella (Vanellus vanellus), il fagiano comune (Phasianus colchicus) e la quaglia (Coturnix coturnix).

Questa tipologia di ambienti, ampiamente diffusi nel Parco e rinvenibili ad esempio, nei pianori erbosi tra Sacrofano e Castelnuovo di Porto (Pian di Lalla, le Rocchette) o nelle Valli del Sorbo tra Formello e Campagnano, oltre a costituire un importante sito di alimentazione per diverse specie di rapaci, risultano l’habitat ideale per le specie a particolarmente protette da normative Europee e quindi vanno attentamente tutelati. Infatti a partire dagli anni ’70 è stato riscontrato in Europa un maggiore declino per le specie legate agli ambienti agricoli e prativi, a causa di una agricoltura sempre più meccanizzata e all’utilizzo di sostanze chimiche. I pascoli del Parco, sfruttati con allevamenti di bestiame allo stato brado, conservano al loro interno una serie di elementi che contribuiscono al mantenimento della diversità degli habitat, come i cespugli sparsi, che sono indispensabili per la nidificazione e come posatoio di caccia o di emissione del canto territoriale per diverse specie tutelate.

Per favorire gli uccelli degli ambienti agro-pastorali, e in generale la biodiversità, è importante ridurre l’uso di prodotti chimici, mantenere le zone con incolti, le stoppie d’inverno, le siepi, i piccoli stagni, i ruderi e simili fattori di arricchimento ambientale. Il Parco, in particolare, favorisce l‘impianto di siepi, filari, boschetti, la creazione di margini erbosi ai bordi dei campi, la realizzazione di piccoli stagni permanenti o temporanei, la conversione di seminativi in prati permanenti, l’aratura ritardata delle stoppie ed il pascolo estensivo compatibile con l’ambiente per carico di bestiame e durata.

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