Qualità dell’aria


Biomonitoraggio con i licheni epifiti nel Parco di Veio

L’atmosfera nel suo stato originario è composta per il 78% in volume di azoto e per il 21% in volume di ossigeno; a questi due elementi si sommano poi diverse sostanze, gassose e non, presenti in tracce. Tale rapporto di valori si è sviluppato e si è mantenuto in equilibrio, grazie alla presenza della vita sulla Terra, responsabile di un continuo scambio di sostanze gassose fra l’atmosfera e gli esseri viventi. Purtroppo con l’arrivo dell’era industriale questo equilibrio è stato alterato e nelle aree più densamente antropizzate si è iniziato ad assistere all’immissione di sostanze chimiche in atmosfera in quantità rilevanti e che spesso risultano essere dannose per la salute umana, per quella della vegetazione e della fauna, oltre che per i manufatti. Diviene quindi indispensabile valutare, soprattutto in un territorio come quello del Parco di Veio che ospita un mosaico differenziato di aree semi-naturali, rurali ed urbane, l’eventuale presenza situazioni di rischio.

Nel 2006 l’Ente Parco ha avviato un monitoraggio degli effetti dell’inquinamento su organismi viventi sensibili alle sostanze inquinanti. Gli organismi impiegati nell’indagine sono i licheni, gruppo particolarmente sensibili agli stress ambientali (inquinamento, gestione forestale, eutrofizzazione e cambiamenti climatici), facilmente riconoscibili, diffusi nell’area e dai costi di campionamento contenuti.

Lo studio che ha visto l’applicazione dell’Indice di Biodiversità Lichenica (IBL), che consente di esprimere i risultati dell’indagine in termini di deviazione dalla condizione di naturalità, ha inoltre colmato una lacuna, non essendo mai stati realizzati studi di questo tipo nell’Agro Veientano.

Nel corso dell’indagine, sono state rilevate 44 specie appartenenti a 30 generi. Tra i licheni rinvenuti è stata identificata una nuova specie per la Regione Lazio: Punctelia ulophylla. L’interesse del ritrovamento è dato dal fatto che in Italia la specie è nota solo per Friuli-Venezia Giulia e Toscana, questa dunque è la terza segnalazione della specie sull’intero territorio nazionale. Oltre a questo ritrovamento, si conferma la presenza di Lecanora strobilina, L. umbrina, Rinodina exigua le cui uniche segnalazioni laziali risalgono alla fine degli anni ’80. Di particolare rilievo è la presenza nel territorio del Parco delle due specie Melanelia elegantula e Pertusaria pustulata che si rinvengono esclusivamente in ambienti non soggetti a pressione antropica.

Andando invece ad esaminare la situazione ambientale nel territorio del Parco di Veio emerge che: vi è una prevalenza (65%) di aree con alterazione media, che indicano una deviazione piuttosto moderata da condizioni di naturalità. Ciononostante in alcune zone, ai confini con la città di Roma, la presenza di condomini privati con ampie alberature e spazi verdi, funge da barriera agli inquinanti aerei, cosicchè la qualità dell’aria risulta superiore a quanto atteso.

L’andamento della biodiversità nel territorio indagato, con un sensibile miglioramento nel settore più settentrionale del Parco, trova conferma nei venti dominanti che provengono dai settori sudoccidentali per buona parte dell’anno (ad eccezione dei mesi invernali) e che sono responsabili del trasporto a distanza degli inquinanti gassosi provenienti dalla metropoli.

In questo quadro, lo studio di biomonitoraggio riveste particolare importanza perché fornisce una prima fotografia della situazione e rappresenta il punto di partenza per ulteriori indagini conoscitive, nonché per l’adozione di adeguate misure di monitoraggio e salvaguardia della qualità dell’aria nel territorio del Parco.


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