Dalla preistoria agli Etruschi

La più antica presenza dell’uomo risale alla preistoria (XVI-X secc. a.C.), quando furono abitati luoghi come le rive dell’antico specchio lacustre della Valle del Baccano a Campagnano di Roma, e la rupe dove oggi si trova il Borgo di Isola Farnese (Roma). Tra il IX-VIII sec. a.C. (età del ferro-villanoviana), a 17 km da Roma, il pianoro delimitato dai fossi del Piordo e della Valchetta (antico Crèmera) dove sorgerà la città etrusca di Veio era già densamente popolato da comunità di agricoltori che vivevano in capanne e seppellivano i loro morti all’esterno dell’abitato. Tra l’VIII ed il V sec. nacque e si sviluppò la celebre città etrusca che i romani chiamavano Veii, la città più meridionale d’Etruria, tradizionale rivale di Roma. 

Veio controllava un vasto territorio (Agro Veientano) confinante a nord-est con l’ampia regione abitata da Falisci e Capenati ai confini con la Sabina, a nord-ovest con la zona dominata dalla città etrusca di Caere (Cerveteri), mentre a sud comprendeva i terreni lungo la sponda destra del fiume Tevere.  Il motivo principale del conflitto che si sviluppò ben presto tra Veio e Roma fu il controllo sugli approdi commerciali lungo il Tevere e le saline, poste alla sua foce, che nell’antichità costituivano una risorsa vitale per l’alimentazione di uomini ed animali e per la conservazione del cibo. La guerra fu lunga e con alterne vicende. Tra gli episodi meglio noti si ricorda la celebre battaglia intrapresa nel 477 a.C. dalla famiglia romana dei Fabii contro Veio, in seguito all’uccisione di Quinto Fabio da parte dei veienti. Lo scontro si concluse con il massacro dei 306 Fabii, caduti in un’imboscata organizzata dai nemici nei pressi del fiume Crèmera. Ancora, si racconta dell’uccisione di quattro ambasciatori romani ad opera del Re veiente Lars Tolumnius, vendicata da Aulo Cornelio Cosso che riuscì ad uccidere il re etrusco, conducendo trionfante le sue spoglie a Roma. Dopo un assedio descritto con tratti leggendari simili alla celebre presa di Troia, durato secondo la tradizione dieci anni, nel 396 a.C. il dittatore Marco Furio Camillo prese e distrusse definitivamente la città.

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