Anfibi

Gli anfibi sono sentinelle dello stato di salute dell’ambiente e l’inquinamento è uno dei principali fattori della loro scomparsa. Purtroppo l’inquinamento diffuso dei corsi d’acqua, la distruzione dell’habitat e la riduzione delle aree umide necessarie per la riproduzione, hanno posto seri problemi alla loro conservazione facendone il gruppo di vertebrati a più alto rischio di estinzione.

L’area veientana è in grado di ospitare, dal punto di vista ecologico, tutte le specie di anfibi e rettili del Lazio, ad eccezione della Salamandra salamandra e Triturus italicus.

Molte delle specie storicamente presenti nell’area, sono ormai in declino se non addirittura estinte come la Emys orbicularis (l’unica testuggine palustre autoctona in Italia e particolarmente protetta a livello comunitario) malgrado fosse certamente presente fino ad almeno una ventina di anni fa in alcuni punti all’interno del Parco di Veio.

Le acque del Parco, nonostante fenomeni di inquinamento, riescono ancora a sostenere importanti popolazioni di rare specie di anfibi. In particolare, all’interno dell’area SIC “Valle del Cremera – Zona del Sorbo”, sono presenti due distinte popolazioni riproduttive di salamandrina dagli occhiali (Salamandrina perspicillata), una specie endemica dell’Appennino centro – settentrionale, ampiamente diffusa nel Lazio e legata ad ambienti forestali con ruscelli di modesta portata e acque limpide e fresche.

Nei torrenti è facile rinvenire il rospo comune (Bufo bufo), la rana appenninica (Rana italica) e la rana verde (Rana bergeri – Kl. Hispanica) che si rinviene con frequenza anche nei fontanili. Il rospo smeraldino (Bufo viridis) invece sembra meno diffuso.

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